Condizionare il polymer clay significa renderlo malleabile, cedevole alla pressione. Il tempo da impiegare varia da marca a marca: il Fimo, per esempio, è uno dei più difficili da condizionare mentre lo Sculpey III è uno dei più semplici. Il metodo invece è per tutti uguale. Se siete tra coloro che hanno problemi alle mani ricordate che potete sostituire tutto il processo di lavorazione passando e ripassando il polymer clay fra i rulli della macchina della pasta, almeno per una ventina di volte, purché abbiate l'accortezza di piegare in due ogni volta la vostra sfoglia, inserendola sempre dalla parte piegata per non immettere aria.
Pubblicità
ESECUZIONE
Quello nella foto è il pezzetto di polymer clay che condizioneremo insieme. E' piccolo, per renderci le cose più facili; è morbido, perchè è Premo!, uno dei più facili da condizionare, ed è verde perché verde è il colore della speranza.
Il calore delle mani giunte, ed il movimento avanti e indietro, lento e costante, cominciano ad ammorbidire la pasta. Potete vederlo e sentirlo: rollate avanti e indietro e sentite come diventa cedevole.

Lentamente la pasta reagirà alla pressione ed al rollio allungandosi.Questo cilindro si chiama "log", quando più lungo "snake". La conoscenza dell'esatta terminologia, anziché delle trasposizioni in italiano, vi aiuterà quando scoprirete che il web è pieno di lezioni, non sempre accompagnate da fotografie. E come farete allora, se non conoscete i termini?
Piegate in due il vostro log, come mostrato nella foto.
Arrotolatelo su sé stesso. E' già più morbido, e inizia a intiepidirsi... Lo sentite?
E' di nuovo il momento di rollarlo, ma stavolta i nostri movimenti saranno circolari. Piano piano la nostra treccia si trasforma in una pallina.
Poichè il nostro pezzetto da condizionare è piccolo e di una marca che non presenta particolari difficoltà, ecco che ha raggiunto la giusta morbidezza. Basta un tocco leggero, e già rimane l'impronta. Di solito le cose non vanno così speditamente; bisogna alternare diversi cicli (dal log alla palla) e, se state usando il Fimo, oppure se il vostro polymer clay non è tanto fresco, noterete che tende a sbriciolarsi. A questo punto o aggiungete Mix Quick (è una pasta traslucente, creata appositamente per rendere più soffice il Fimo) oppure il diluente liquido Sculpey clay softener oppure vi rassegnate a lavorarlo più a lungo. C'è anche l'eccesso opposto, che accade quando esagerate a lavorarlo, ed ecco che la pasta vi si appiccica alle dita... Niente panico: basta lasciarla riposare per una mezz'oretta in un posto fresco e tornerà lavorabile.
Il calore delle mani giunte, ed il movimento avanti e indietro, lento e costante, cominciano ad ammorbidire la pasta. Potete vederlo e sentirlo: rollate avanti e indietro e sentite come diventa cedevole.
Piegate in due il vostro log, come mostrato nella foto.
Arrotolatelo su sé stesso. E' già più morbido, e inizia a intiepidirsi... Lo sentite?
E' di nuovo il momento di rollarlo, ma stavolta i nostri movimenti saranno circolari. Piano piano la nostra treccia si trasforma in una pallina.
Poichè il nostro pezzetto da condizionare è piccolo e di una marca che non presenta particolari difficoltà, ecco che ha raggiunto la giusta morbidezza. Basta un tocco leggero, e già rimane l'impronta. Di solito le cose non vanno così speditamente; bisogna alternare diversi cicli (dal log alla palla) e, se state usando il Fimo, oppure se il vostro polymer clay non è tanto fresco, noterete che tende a sbriciolarsi. A questo punto o aggiungete Mix Quick (è una pasta traslucente, creata appositamente per rendere più soffice il Fimo) oppure il diluente liquido Sculpey clay softener oppure vi rassegnate a lavorarlo più a lungo. C'è anche l'eccesso opposto, che accade quando esagerate a lavorarlo, ed ecco che la pasta vi si appiccica alle dita... Niente panico: basta lasciarla riposare per una mezz'oretta in un posto fresco e tornerà lavorabile.
Le immagini e l'idea di questa particolare realizzazione sono un copyright (c) di Hobbydonna.it
E' proibita la riproduzione per scopi commerciali.